La naginata vanta di essere (accanto allo yari e alla katana) una delle più antiche armi del Giappone.
Sebbene non vi siano notizie certe in merito alle sue origini storiche, gli studiosi hanno elaborato tre possibili scenari della sua nascita.
Secondo una prima ricostruzione storica, la naginata si sarebbe sviluppata direttamente da un attrezzo molto semplice, utilizzato dai contadini giapponesi per lavorare i propri campi. A partire dal III sec. a.C., infatti, si diffuse l'uso di una primitiva "zappa", creata legando una pietra appuntita all'estremità di una lunga asta di legno. Solo in un secondo momento la pietra venne sostituita dall'acciaio. E' ipotizzabile che un simile attrezzo venisse utilizzato dai contadini non solo per la coltivazione dei campi, ma anche per difendere sé stessi e i propri beni da eventuali attacchi nemici.
Una seconda teoria descrive invece tale arma come una diretta evoluzione della spada, determinatasi dopo l'introduzione in Giappone del metallo, proveniente dal continente asiatico, e la conseguente sostituzione delle primitive spade in bronzo con quelle in acciaio. A fondamento di questa ricostruzione viene rilevato che originariamente l'arma era indicata mediante i caratteri cinesi che, tradotti letteralmente, significavano "lunga spada".
Secondo un'ultima ipotesi le alabarde cinesi, successivamente conosciute dai guerrieri giapponesi con il nome di naginata (a partire dalle dinastie Han e Wei 200 d.C.), sarebbero state introdotte durante le prime grandi migrazioni, risalenti al 200 a.C..
Ciò che è certo è che il termine "naginata può essere rintracciato per la prima volta nel Kejiki ("A Record of Ancient Matters 712) e, successivamente, nel libro Oushu Gosanneki ("Diario di tre anni in Oshu 1086). Raffigurazioni di battaglie in cui è chiaramente visibile l'uso della naginata, inoltre, sono state realizzate durante il periodo Tengyo no Ran (Insurrezione Tengyo), nel 960 a.C..
L'uso di quest'arma comincia a diffondersi a partire dalle ere Nara (710-794 d.c.) ed Heian (794-1185), a seguito del ruolo decisivo assunto dalla cavalleria nello svolgimento e nella risoluzione delle grandi battaglie.
Questo nuovo modo di combattere ha infatti reso indispensabile affiancare all'uso di spade, archi e frecce nuove armi che permettessero di avere la meglio sul nemico.
A tal fine, la naginata si dimostrò un'arma molto efficace: la sua lama era utilizzata per tagliare a distanza le gambe dei cavalli ed uccidere i nemici, non appena questi fossero caduti al suolo. Questa particolare tecnica di combattimento ha assunto un'importanza fondamentale durante la Guerra Gempei (1180), nella quale il clan dei Taira si scontrò con quello dei Minamoto.
Nella sua evoluzione storica la naginata ha rappresentato una delle armi più ampiamente utilizzate dalle donne guerriero. Una delle più famose fu Hangaku Gozen (soprannominata Itagaki), conosciuta proprio per la sua abilità nell'uso dell,alabarda giapponese. Itagaki faceva parte della guarnigione di 3000 guerrieri posta a difesa del castello di Torizakayama. Quando lo shogunato Hojo inviò un esercito di 10.000 guerrieri contro di loro, Itagaki guidò le sue truppe fuori dal castello, direttamente contro le armate Hojo, uccidendo un elevato numero di guerrieri nemici prima di soccombere definitivamente.
Al di fuori del campo di battaglia la naginata venne utilizzata dalle donne per proteggere sé stesse e i propri figli mentre gli uomini erano in battaglia o impegnati nel lavoro dei campi.
Verso la metà del XVII secolo, l'introduzione delle armi da fuoco modificò profondamente le strategie di combattimento e la naginata divenne progressivamente un'arma "specialistica, utilizzata prevalentemente dalle donne e dai monaci guerrieri (sohei).
A partire dal periodo Edo (1603-1868), un momento di relativa pace nel Giappone feudale, la naginata divenne il simbolo delle donne samurai. Gli allenamenti con tale arma divennero obbligatori per tutte le donne che avessero compiuto i diciotto anni e miravano a sviluppare i valori di Armonia, Ordine, Castità e Moderazione. L'allenamento era inoltre finalizzato a sviluppare l'etichetta, lo stile e la personalità dei praticanti.
Le naginata venivano disposte dalle antiche famiglie samurai in luoghi importanti (quali ad esempio le entrate delle proprie case); erano utilizzate durante le parate organizzate dai signori locali e divennero un elemento essenziale nella dote delle spose.
Dopo la restaurazione Meiji (a partire dal 1868 d.c.), la progressiva occidentalizzazione fece diminuire drasticamente l'importanza delle arti marziali, compresa la pratica della naginata, che perse il suo carattere militare (Jujitsu) per diventare definitivamente una disciplina personale (Budo).
Dopo il periodo Showa, gli allenamenti con la naginata sono divenuti parte integrante del sistema della scuola pubblica. Vietata alla fine della Seconda Guerra Mondiale, la pratica di questa disciplina riprese qualche anno più tardi, sotto forma di una nuova moderna arte marziale conosciuta con il nome di "Atarashii Naginata, nata dalla lunga storia e dalle tradizioni che hanno caratterizzato l'uso di quest,arma.
Nel 1955 venne fondata la "All Japan Naginata Federation, con l'obiettivo di diffondere la pratica della disciplina tra i giovani; mentre nel 1990 è stata fondata la "International Naginata Federation, allo scopo di diffondere la conoscenza e la pratica della naginata a livello internazionale.
Il referente della Scuola è il Maestro Stefano Carlini del Dojo Atarashii Naginata Shingen di Fano (RA)
Dojo Shingen Fano, via IV Novembre N.36 lezione Naginata il venerdì 20:30-21
Corso di Pesaro, palestra scuola Carducci, via Pascoli N.4 lezione il martedì 19:30-21:30
Nara Dokan Ravenna Palestra callegari via Umago 18, lezione il venerdì dalle 19.00 alle 21.00